Ritratto di un illusionista. Intervista ad Aqua Aura

Portrait de poussière 2

Lasciai Aqua Aura in occasione della sua personale “Illusion Inclusion” alla Costantini Art Gallery con queste parole: “mi sono piaciuti i tuoi lavori, ti osserverò e ne riparleremo”.
Primo Dicembre 2015 ore 18:00 siamo seduti dietro una scrivania di fronte ad un grande schermo Apple per riparlarne. Sono una donna di parola, mantengo sempre quello che dico. Ho chiesto ad Aqua Aura di
raccontarmi il suo percorso artistico; lui, ha assecondato la mia richiesta, il mio desiderio e la mia curiosità. Corre l’anno 2009-2010 quando decide di iniziare ad occuparsi di ritratti. Il decennio antecedente lo ha
trascorso in giro per musei, in gran parte storici: “ho imparato che; il ritratto, i paesaggi e la natura morta, sono all’interno di epoche passate. Penso che siano dei territori e delle categorie di rappresentazione che
presentano dei limiti portati dai vincoli dell’ambito, ritratto, paesaggio, natura morta. La mia sfida è stata quella di misurarmi per capire quanto del mio tempo attuale in cui vivo potevo esprimere. Considero me
come artista, il frutto di due cose; l’individuo che vive in questi anni e la sua epoca e nello stesso tempo il frutto di una storia lunghissima, che è fatta d’immagini”.
Aqua Aura ha conosciuto varie fasi nella sua vita e nel suo lavoro, inizia a lavorare negli anni ’90, per poi decidere d’interrompere, scelta ponderata e voluta, ufficialmente nel ’99. A seguito di un suo viaggio in
Belgio, inizia una serie di ritratti con nessuna intenzione da parte sua di renderli pubblici, ma mantenerli come suoi lavori da lasciare per se, a titolo personale solo per piacere. Erano il frutto di un lavoro interiore
durato 10 anni, il periodo del suo abbandono artistico, ma non di ricerca. Come sempre, i casi della vita, fanno sì che un critico d’arte s’imbatta per caso, nello specifico dallo stampatore dove l’artista aveva
portato i suoi lavori e chiede, in seguito, di voler vedere e conoscere l’autore. Dopo un primo momento di titubanza, Aqua Aura accetta di rimettersi in gioco. Vi presento, di seguito, un assaggio della serie di ritratti
dal titolo; “Portraits Survaints”. E’ a mio modesto un grandissimo lavoro d’introspezione personale, analizzato attraverso le immagini su più dimensioni. L’intento ultimo è l’analisi del nostro vissuto
contemporaneo attraverso lo specchio di una maschera, la non accettazione di se e non riconoscersi al di fuori di se. Il ritratto su cui voglio portare la vostra attenzione è quello di un gioco bellissimo, il gioco
illusorio dietro cui si è cela: “uno stupendo inganno, che inevitabilmente l’illusione mette in scena, l’illusione dentro cui l’artista spesso naviga, non si riesce mai ad essere composto in un unico regno”.
L’ingannevole illusione s’impossessa di lui e si sviluppa in una ulteriore serie evolutiva, quella dei paesaggi. Sempre nei dieci anni di fermo artistico, Aqua Aura oltre ad essersi immerso nei musei ha peregrinato in
giro per il mondo, soprattutto in zone estreme; estremo nord estremo sud, scattando complessivamente all’incirca undicimila foto, da questa esperienza ne è nato un enorme bagaglio di viaggio: “ho trascorso del
tempo a selezionare immagini e ho scelto delle porzioni di paesaggi assolutamente incredibili ma del tutto illusori e irreali. Il loro connubio non fa parte di un solo scatto e di una sola ambientazione è il frutto di una
costruzione d’immagini. Che raggiunge una sua omogeneità prendendo frammenti di tante immagini di luoghi distanti e diversi anche da un punto di vista geografico.”

Frozen Frames è il ciclo di opere che lo testimonia. I suoi sono paesaggi di pensiero, che in qualche modo rappresentano la nostra vita e il nostro vivere, ma in questo caso è la sua percezione della realtà composta da più dimensioni del percepire; la dimensione dell’occhio umano, la dimensione dell’occhio della macchina e infine quella del microscopio. La chiave di progress che lo porterà a “The Graft”, il suo ultimo lavoro, è quest’ultima opera dal titolo Nightime Flowers. The Graft: rappresenta la vita di un fiore in parallelo a quella umana, sono composti di microrganismi, globuli bianchi e virus influenzali. I globuli visti al microscopio; ci sono più dimensioni che solo all’interno del rettangolo di un’opera d’arte possono vivere, coesistere, intersecarsi e avere una loro unitarietà. Vivonoin uno spazio acquatico, il loro liquido amniotico. Le immagini di questi ultimi lavori sono medico scientifiche. In quest’ultimo ciclo di opere sono presenti; reticoli, sinapsi, che diventano rami “inflorescenza”.

The shell small

La bellissima illusione che ti procura l’arte è come un demone, s’impossessa di te e non ti lascia più andar via. La presenza del demone, può risultare piena di benefici e altrettanto di dannazioni e sofferenze. In
questo caso e nel mio caso siamo ben felici di esserne impossessati. Aqua Aura ha deciso di continuare sulla bellissima strada dell’illusione, è così dolce farsi cullar…ho avuto il piacere di aver visto in anteprima
assoluta lo step successivo; “di grandissima bellezza” è stato il mio commento. Sicuramente avremo modo, Aqua Aura permettendo, ma sono sicura che lo permetterà, di rincontrarci e vedere i suoi ultimi lavori.
Sarei rimasta a parlare, penso fino al giorno dopo, per il suo livello culturale e il bellissimo confronto che ne è scaturito, con la speranza che ne possa scaturire un altro. Ringrazio l’artista per la sua disponibilità e la
sua apertura a me. Voglio dedicare ad Aqua Aura una citazione di Hermann Hesse: “l’arte della vita sta nell’imparare a soffrire e nell’imparare a sorridere”.

Buon Inclusion Illusion a tutti!