“Welcome to the jungle”

Fabio Giampietro
Enzo Fiore
Lorenzo Nardelli
Aqua Aura
Andrea Cereda
Shuhei Matsuyama
Lazzaro Fornoni

Ideazione e cura di Annalisa D’Amelio
Dal 14 gennaio al 29 gennaio 2016
Inaugurazione 14 gennaio 2016 ore 18.30
Performance nel corso del vernissage di Xena Zupanic
Spazio Tadini HUB via Niccolò Jommelli, 24 – Milano

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Sette artisti sono stati chiamati ad interpretare l’uomo contemporaneo. Raccontano un’umanità fatta di impulsi, passioni, istinti, bisogno di comunicazione. Compiono, attraverso il linguaggio dell’arte un lavoro di ricerca sociale e antropologica. Svelano un’umanità che conserva la primordialità della nascita del mondo pur nella dinamicità di un continuo e veloce adattamento alla metropoli tecnologica. Gli artisti analizzano questo animale sociale che si è evoluto nei secoli e raccontano il suo bisogno di dominare la sua stessa natura.

Gli artisti da sempre, attraverso la loro ricerca personale ed introspettiva e il loro vissuto fatto di istinti, passioni e paure hanno svolto un ruolo di interpretazione e, a volte, di anticipazione, dei cambiamenti sociali. Attraverso l’arte proiettano loro stessi e la loro visione dell’umano e del mondo.

Inutile dire che l’uomo da sempre si pone in rapporto con la Natura e i vari periodi storici sono contraddistinti da continui mutamenti sul senso della presenza dell’Uomo sulla Terra e del suo potere di dominare la Natura.

Oggi è l’era metropolitana, quella della tecnologia e che riposiziona la Natura come dominante. Ognuno degli artisti invitati alla mostra parla della sua visione contemporanea della vita. La collettiva spazia tra i linguaggi: pittura, fotografia e scultura. Vuole essere un percorso di emozioni, speranze, passioni, paure e sogni che contraddistinguono l’uomo di oggi. E’ quell’animale evoluto che dalla giungla naturale si è adattato alla giungla urbana, capace di lottare per la sopravvivenza con strumenti sempre nuovi. Un animale che ha ritrovato se stesso anche in un contesto così lontano da quello naturale, come la metropoli, perché anche lì sta reinventandosi un modo per essere parte integrante di un unico organo vitale: la Terra.

L’attrice Xena Zupanic, nella cornice della mostra, interpreterà tutto questo con una performance. Interpreterà Madre Natura, l’unica “donna” in grado di unire tutti i linguaggi e lo farà interpretando un testo poliglotta, scritto per l’occasione.

Xena Zupanic – AMMETTO

I admit: I find it hard to recognize myself within my somatic features, within my psychic structure, in my day-to-day existence. I am a solid body immersed in the universal liquidity, perceived as non-essential, globalized, like a corrupted product that almost embraces the totality of earthly civilization. This liquidity, the product of economic laws that regulate human life, incarnates the forces that model, transform my body.

This invisible dynamics, outside of the jokes of the chiaro and the scuro, is the torturous terror that transfigures me. The blind force, where the dichotomy between the soul and the body does not exist, the nearly extrahuman pressure on my psycho-physical totality, acts, accelerating my transfiguration, my regression into the embryonic stage, somatically crude, uglified.

I am uglified, coiled around a lower stage of my being, immersed in the assonant liquid that surrounds the world, in a permanent emergency of a universal, irreversible black-out. My chtonic position, hidden under innumerable circumstantial layers – is it maturing into a metamorphosis or into a vendetta rich of myths, morphologically pulverizable, tremendously destructable?

Ammetto: io Xena, il soggetto cosciente, con l’indirizzo e il numero civico in regola, con la misura delle scarpe immutabile, con il colore variabile, con il preciso dolore sul costato sinistro individuabile ma invisibile, sono un aborto non trascurabile, un’annichilita, avvilita, disprezzata, derelitta e abbandonata, un’annientata nel centro del niente, spogliata di me stessa e da tutto, sprofondata nell’abisso del mio niente, staccata dal creato e da me stessa, voglio negazione della volontà, la volontà risoluta di non voler sapere più di volontà propria.

Sono un aborto folle, una jurodivyja non molle, una che non molla la matrice maestosa in un punto fisso mostrata.