Pietro Geranzani | L’esplosione dell’uovo cosmico

Ho conosciuto Pietro Geranzani esattamente un anno fa, in occasione della sua mostra personale, In flore furoris e subito il suo lavoro ha destato in me interesse e curiosità tanto che l’ho invitato a sedersi a tavolino e parlarne.

Lui ha accettato ed io l’ho intervistato!

Al momento dei congedi, l’artista mi ha invitato ad ascoltare Amen, un brano di Henrick Gòrecki.

Forse ero già di fronte ad un presagio cosmico?

Fatto sta, che a distanza di un anno mi trovo nella chiesa di San Raffaele a Milano per conoscere l’ultima opera di Geranzani, un atto unico: L’esplosione dell’uovo cosmico.

Ho anticipato il mio arrivo nel luogo dell’incontro con l’artista per concedermi un momento di riflessione e d’intimità e mi sono seduta su uno dei banchi per osservare il quadro esposto in una cappella laterale della chiesa, dove di solito vengono messe le statue dei santi.

Lo trovo elegantemente sfacciato, impattante.

Non è la prima volta che utilizzo l’aggettivo “impattante” per definire, a mio modo, il suo lavoro.

Giorgio De Chirico diceva:

Un’opera d’arte per rimanere immortale deve sempre superare i limiti dell’umano, senza preoccuparsi né del buon senso né della logica.

Ecco, secondo me, l’artista ha inconsapevolmente seguito questo principio e ha agito d’istinto lasciandosi trasportare dalla sua mano e dal suo gesto per concepire la sua idea di vita, dando voce alle sue emozioni e alla sua poetica interiore.

Inevitabilmente, il mio sguardo si posa sul nucleo centrale dell’opera: un’esplosione di gradazioni di rosso in tutte le sue varianti grumose e carnali circoscritte da un confine immaginario. Un atto di forza, di coraggio, di passione, di ricerca per esprimere la sua visione e il limite umano nel disvelamento di un processo cosmico perfetto, infallibile e ciclico insito nella natura stessa e nei suoi bioritmi.

Che cos’è la pittura, o l’arte presa in tutta la sua grandezza, se non avere la possibilità di cercare di arrivare più in fondo possibile, all’anima, con un unico desiderio che non è possibile dissetare in un unico sorso, per la ricerca della verità?

L’esplosione dell’uovo cosmico è il frutto di un momento intimo. Per lo spettatore che osserva, è un po’ come sbirciare all’interno di una stanza buia, dove sta avvenendo qualcosa di unico e irripetibile che solo grazie a un piccolo spiraglio di luce, frutto di un pallido riflesso, ti permette di vedere l’attimo della passione vitale che pulsa inesorabilmente e l’inconsapevolezza oscura ed ignota di ciò che ne determina cause ed effetti, ma pur sempre infallibile e perfetta nella sua costante ciclicità piena di mistero e sorpresa.

Quest’opera, è un omaggio alla vita in tutte le sue forme e ai suoi segreti che la avvolgono per lasciar spazio a una nuova fase, un nuovo momento ad una nuova forma di vita.

Desidero fare una dedica a Pietro Geranzani, affinchè possa essere di buon auspicio per il suo futuro:

E’ tempo di disvelare l’essere umano come quell’essere umano come quell’essere vivente
che nasce dalla ripetizione…Non è l’andatura eretta che fa dell’uomo un uomo,
ma è la consapevolezza embrionale del divario interiore che porta l’uomo in posizione eretta…
in qualunque luogo si incontrino membri del genere umano, essi rivelano ovunque i tratti di
un essere condannato a compiere una fatica surreale.
Chi cerca esseri umani troverà acrobati…
L’esistenza acrobatica toglie banalità alla vita,
ponendo la ripetizione al servizio dell’irripetibile.
Essa trasforma tutti i passi in primi passi, perché ciascuno può essere l’ultimo.
Per essa esiste una sola azione etica: andare oltre ogni condizione data,
conquistando l’improbabile

Peter Sloterdijk

 
giovedì 29 giugno alle 18.30
Area35 Art Gallery
via Vigevano 35, Milano
area35artgallery.com
 
L’Esplosione dell’Uovo Cosmico è il titolo della personale di Pietro Geranzani ospitata per un mese, dal 5 maggio al 5 giugno 2017, nella chiesa di San Raffaele in via San Raffaele 3 a Milano, mostra presentata da Area 35 Art Gallery con il patrocinio della Diocesi Di Milano.