Why? Intervista a Jenrnej Forbici

20×20 Tecnica mista su tela 2014-7

Sono nella galleria di “Bianca Maria Rizzi&Matthias Ritter” ed arriva Jernej Forbici. Avevo visto di sfuggita i suoi lavori, ma questa è stata l’occasione giusta per parlarne di persona con l’artista di fronte alle sue opere.

Ci sediamo comodamente su uno dei divani della galleria e cerco di capire da dove parte la ricerca che manifesta nei suoi lavori. Nato in Slovenia, da bambino viveva in una casa tra una discarica e una fabbrica di alluminio. La casa era nel bosco, ma era circondata sia dalla natura che da una realtà industriale che inevitabilmente ha portato conseguenze all’ambiente e nei ricordi di chi ci viveva. L’artista ha vissuto sin da piccolo due realtà; l’incontaminato e l’incontaminato. Inevitabilmente porta con se il ricordo e ha voluto manifestare il ricordo nel suo lavoro. Le sue opere sono “borderline”, al limite tra bellissima realtà paesaggistica e una traccia di ciò che ha lasciato il metallo non ancora lavorato in essa. Attraverso l’arte ne vuole fare denuncia e bonifica del suo vissuto per amore della sua terra. Ha iniziato ufficialmente a fare l’artista nel 1999, anno in cui ha terminato gli studi in Accademia a Venezia.

I suoi lavori hanno tre passaggi differenti e concatenanti. I primi lavori parlano dell’impatto dell’uomo sulla natura e di come la sta modificando. I suoi lavori successivi sono installazioni di denuncia per fermare la mano dell’uomo sulla natura e su come la sta modificando. Ed infine, gli ultimi lavori rappresentano una nuova serie dal titolo “Fitoremination”, fatti per la riqualificazione e la bonifica del territorio attraverso le piante stesse.

Per mezzo dell’arte ha cercato compatibilmente di fare anche un lavoro di ricerca non solo artistica, ma anche scientifica e di studio. E’ molto evidente parlandoci che non è una persona dalle mezze misure, e me lo ha anche confermato: “non amo le misure intermedie”.

La costante presenza del rosso nei suoi paesaggi è l’alluminio privo di trattamento che sporcava la natura circostante contaminandola.

Nei miei quadri non m’interessa mostrare l’uomo, ma la natura che è stata vittima della mano dell’uomo, e la difendo

Qual’è stato il lavoro che ricordi maggiormente?

La mostra che feci nel 2004 a San Vito del Tagliamento con quattro opere di otto metri per quattro che rappresentavano un percorso all’interno delle discariche.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho vari progetti per il futuro, uno per la Slovenia e l’altro a cui tengo molto a Roma, previsto per il prossimo anno. Sarà per me un grande e ambizioso progetto, curato da Tommaso Strinati. Il progetto ha come tema un racconto/percorso attraverso i secoli dell’inquinamento che ha colpito la città di Roma, dall’Impero romano ai giorni nostri. Il titolo è: “Non cambiamo mai non impariamo mai“. Penso sia un tema di grande di grande attualità e verità.

FORBICI at work

Colgo, come sempre, l’occasione per ringraziare l’artista e i galleristi per la disponibilità.

Faccio a lui e alla sua importante ricerca un grande in bocca al lupo, affinchè questo possa servire in qualche modo a smuovere le coscienze e far sì che ci sia più rispetto per ciò che ci circonda e ci alimenta.

Dedico a Jernej questo significativo brano:

Buona visione delle opere proposte nella gallery!