Io sono qui. Intervista a Dario Goldaniga

Qualche settimana fa, Giancarlo Pedrazzini owner and director di (FabbricaEos, Milano) m’invita alla personale di un un suo artista, Dario Goldaniga dal titolo “Io sono qui”. E’ molto difficile che io declini un suo invito in merito a visualizzazioni artistiche, ma ne fui costretta poiché ero in partenza per Roma, ma promisi che sarei ripassata da lui al mio ritorno, visto che il titolo aveva destato in me non poca curiosità. Nel frattempo, ha inaugurato un’altra mostra in occasione del salone del mobile “Metallica”. Quale occasione migliore per farmi perdonare? Mi dirigo da lui per
vedere l’ultima esposizione e sapere se sono ancora in tempo per poter vedere anche i lavori di Goldaniga. Al mio arrivo in galleria “FabbricaEos”, con mio grande piacere trovo l’artista e i suoi lavori che ben si
coordinano all’estetica dei mobili in esposizione.
Bene, due piccioni con una fava! Non mi poteva andare meglio.
Io e Dario dopo una rapida conoscenza prendiamo appuntamento per parlarne. Qualche giorno dopo, ci ritroviamo in galleria.
Gli chiedo d’iniziare a parlarmi liberamente del suo storico:
“Sono sempre stato un ragazzo appassionato del fare artistico. Ho frequentato il Liceo artistico e Accademia di Belle Arti”.
“Quando decisi d’iscrivermi all’Accademia venni a sapere che a Viterbo c’era un corso di scultura molto ben strutturato e con un bravissimo docente, ci andai e non me ne sono pentito. I due anni successivi li feci alla
Naba qui a Milano. Ho avuto la fortuna di avere come insegnante Kengiro Azuma che oltre ad essere un grande artista è stato ed è anche un grande uomo. Penso di essere stato fortunato nei mei studi. Tanto mi
sono piaciuti i miei insegnanti e lo hanno fatto in maniera esemplare che ho deciso d’insegnare io stesso”.
I suoi insegnanti gli hanno trasmesso la loro passione, ma ha saputo anche ben selezionare la sua istruzione. Penso che abbia dato pari importanza sia all’aspetto meramente tecnico e didattico sia a quello umano. Ritengo necessari entrambi per poter ben fare nella vita. La formazione umana è importante tanto quanto quella tecnica, solitamente dei bravi docenti, prima di far passare concetti che possono essere dimenticati nel tempo, devono necessariamente formare una persona che sappia costruire la sua vita umana e professionale. L’attività di artista non è mai stata abbandonata, ha avuto solo un periodo di pausa. Per i primi dieci quindici anni si è dedicato esclusivamente all’attività d’insegnante, di per sé molto
impegnativa.
Ma poi…
“Una serie di circostanze mi hanno portato a fare la conoscenza con Giancarlo Pedrazzini. A lui ho presentato un lavoro molto diverso da quello che faccio ora. Si è entusiasmato subito e abbiamo deciso di realizzare la prima mostra nel 2005 in galleria da lui e da questo momento ho iniziato ufficialmente a seguire anche il lavoro di artista. Ad un certo punto ho sentito la necessità e il bisogno di evolvermi, non mi bastava più quello che stavo facendo”.
Così come fisiologico che sia.
“Ho visto delle colature di bronzo, mi avevano sempre affascinato in verità, e Giancarlo mi ha incoraggiato nel mio intento. Inizialmente ho pensato di rimanere in un linguaggio figurativo, contro tutti gli altri che mi
dicevano il contrario. Ho iniziato a mettere insieme una figura e capivo che la mia idea iniziava a prendere forma, creando interesse intorno a se. Sono partito da alcuni scarti casuali del bronzo, privi di una forma

ben definita e ho cercato di dargli un senso, presi singolarmente non ne avevano ma assemblati ad altri elementi potevano acquisirne uno.
A quel punto chiesi a me stesso: perché metto insieme questi elementi?
Mi son dato la risposta; penso sia paradigma della vita, presi singolarmente non significano niente, ma insieme assumono un significato e così, dalle figure sono passato a delle geografie.
Io: bè Dario; penso e sostengo che da soli nella vita non si vada da nessuna parte.
Dario: Ho utilizzato questo materiale e questo nuovo linguaggio per rappresentare le interconnessioni.
Io: Dario, ti vedo un uomo molto riflessivo, a questo punto per te che cos’è e cos’è stato fare arte?
“L’arte per me è uno specchio, nel lavoro precedente ho capito il rapporto tra il pensiero, la natura e il loro equilibrio e come se la vita fosse l’equilibrio tra questi due aspetti univoci tra di loro che fanno parte della
stessa natura istinto e ragione”.
Io: I latini dicevano “est modus in rebus” (la cosa giusta è nel mezzo) sono due elementi non dissociabili che devono inevitabilmente coesistere, anche se molte volte si da maggiore rilievo ad un aspetto rispetto che a
un altro.
Il mio ultimo lavoro è dedicato al fascino del mistero della vita e della terra stessa. E come se tutto l’universo si coordinasse affinchè tutto accadesse: “anche il nostro essere qui in galleria non è frutto di casualità”.
“Io sono qui”, secondo l’artista è la consapevolezza umana di essere in un luogo e in un punto immerso nel mistero di tutto l’universo. Il tutto mosso da un’apparente casualità e coincidenze che noi non riusciamo a
stabilire. Dargli un senso, per l’appunto. Ho avuto modo di vedere la mostra che è rappresentata da tre lavori diversi, ma interconnessi tra di loro che in qualche modo si completano e si sviluppano a vicenda, l’uno non avrebbe significato senza l’atro. Una lavagna composta da nove elementi sulla quale è disegnata un’ideale mappatura del proprio universo
personale sul quale si disegna e si collega il proprio percorso personale di vita e di sogni e, che, a mio modesto parere rappresenta il concetto.
Da un lavoro di bronzo che rappresenta il planisfero e che io lo avvicino al concetto di estetica. Ed infine ciò che rimane dell’estetica una volta completata la lavorazione, lavoro eseguito su carta. L’artista
l’ha denominata sindone, affinchè possa esserci traccia di un lavoro e di ciò che è accaduto, io l’ho denominata anima.
“ Voglio continuare a lavorare per capire sempre qualcosa in più, su di me e su quello che mi circonda, azione e reazione è un continuo esserci, portato ad un approfondimento continuo. Non smettiamo mai di
entrare nella vita capendo ciò che si fa”.
Dario: anche parlare con te oggi mi è servito per capire altre cose e pormi nuove domande anche in merito al mio lavoro.
Io: grazie Dario, immagino…idem!
E’ stata per me un’interessante confronto umano ed artistico.
Ringrazio Dario e Giancarlo per la loro disponibilità e consiglio vivamente a tutti questa mostra affinchè possa essere motivo di riflessione e di piacere.

Buona visione a tutti delle opere che propongo nella gallery e…

Grazie “di esserci qui” a tutti