Annalisa D’Amelio a tu per tu con Federico Rui

Dal 9 al 12 Novembre, si terrà a Milano la prima fiera di arte contemporanea: GrandArt. A questa  splendida e dinamica città di cui ho vissuto per qualche anno il grande fermento artistico, mancava quell’evento dal potenziale enorme.

Una fiera che mira a esaltare la pittura e il suo intramontabile codice linguistico!

Gerhard Richter, in una delle sue rare interviste dichiarò: “Non penso che l’arte abbia un potere. Ma sicuramente ha un valore. Chi si interessa di all’arte ne trae conforto. Riceve consolazione semplicemente dalla sua bellezza”.

Ho avuto più volte modo e occasione d’incontrare e di dialogare con Federico Rui, gallerista di professione e ora anima di questo nuovo e ambizioso progetto.

Negli anni trascorsi nella City italiana, andavo alla Federico Rui arte contemporanea per vedere mostre di grande qualità, soprattutto di natura pittorica e incontrare gli artisti della galleria per poi scrivere di loro.

E’ con gran piacere, pur non vivendo più a Milano ma a Londra, che ho potuto intervistare Federico, l’ideatore di questo bel progetto.

Federico, ti lascio gallerista e ti ritrovo in veste di ideatore e  anima  della nuova fiera che ci sarà a Milano; “GrandArt” a partire dal 9 di Novembre. Com’è’ nato questo nuovo progetto?

Sono ancora un gallerista e non mi piace vestire altri panni. Mi sono semplicemente fatto coraggio e ho dato voce a un’esigenza che sentivo da tanto tempo. Mi occupo di pittura dal 2002, ma se vogliamo considerare nel curriculum anche le esperienze precedenti all’apertura di una mia galleria andiamo al 1995, come garzone-apprendista in una storica galleria milanese… Da tanto tempo, e soprattutto frequentando e partecipando a molte fiere e mostre all’estero,  sentivo la mancanza non di “un’altra” fiera, bensì di un appuntamento che rappresentasse il mondo della pittura contemporanea, fatta soprattutto di primo mercato. Nelle varie (e lunghe) trasferte, ho avuto modo di confrontarmi con altri colleghi, in primis Lorenza Salamon, co-ideatrice del progetto, e dopo due anni di gestazione è arrivata alla luce Grand Art, grazie al supporto organizzativo lungimirante di Promoberg e Media Consulter.

Obiettivi e Mission del progetto?

Grand Art vuole rappresentare il mondo della pittura contemporanea, del saper fare, di coniugare un’idea con una tecnica. Soprattutto vuol dare voce a quelle gallerie (e a quella fetta di mercato) che fa ricerca nell’ambito della figurazione, che è parte del nostro Dna. All’estero siamo molto apprezzati, ma troppo spesso è più conveniente importare artisti stranieri e diffonderli sul mercato italiano, piuttosto che farsi coraggio ed esportare i nostri. All’interno della fiera vi sarà una retrospettiva dedicata a Gianfranco Ferroni, con opere provenienti da importanti collezioni private, un artista che ha dedicato la sua vita alla ricerca pittorica.

Ci sono stati dei criteri di partecipazione per le gallerie?

Il criterio è la qualità espressa attraverso la pittura, la scultura e la grafica originale. Il comitato scientifico ha valutato opportuno instaurare un dialogo con le gallerie affinché si arrivasse a rappresentare quello che vuole essere il carattere distintivo di questa fiera: pittura, contemporanea, primo mercato.

Quante saranno le gallerie che vi parteciperanno e quanti artisti?

Grazie anche alla collaborazione con l’ANGAMC (l’associazione nazionale delle gallerie di arte moderna e contemporanea), partecipano cinquanta gallerie che presentano un totale di oltre duecento artisti. Molti di questi saranno anche “affordable”: giovani emergenti da tenere d’occhio. Possiamo contare inoltre sul prezioso contributo di Exibart come media partner, su Kooness per la realizzazione del catalogo on line, su Ciaccio Brokers per le assicurazioni

Ti ho conosciuto come un gallerista aperto alle novità, ti ho visto credere e investire nei giovani artisti anche internazionali.  Hai mantenuto il tuo modus operandi anche in questa occasione?

Nel 1997, quando la connessione era ancora col vecchio modem a 56k, ho lanciato un portale d’arte su internet ed ho lavorato allo sviluppo di alcuni sofware dedicati all’arte. Mi piace la novità e mi piace studiare l’innovazione. Ma non voglio rinnegare le mie origini, quello che sono. La pittura italiana è sempre stata importante nella storia dell’arte, vantiamo sicuramente la più lunga tradizione. Non sempre una tecnica nuova significa innovare. La sfida più grande è portare personalità, carattere, sentimento nella pittura accettando il confronto con secoli di storia. La fiera vuole essere una ricognizione, per questo per identificarla insisto sulle tre parole “pittura”, “figurazione”, “primo mercato”.

Da gallerista a ideatore di una nuova fiera di arte contemporanea. In quale veste ti senti più a tuo agio?

Nasco e rimango gallerista e non vorrei fare altro.

E’ il tuo primo banco di prova per una nuova sfida; emozionato? Cosa ti aspetti e cosa ti auguri per il futuro?

L’emozione c’è sempre, in qualunque lavoro si metta passione. La mia è una generazione particolare… eravamo bambini nel boom degli anni Ottanta, abbiamo vissuto Tangentopoli e il passaggio alla Seconda Repubblica, l’assestamento degli anni Novanta, il dramma del 2001 e la crisi del 2008. I periodi di crisi portano novità nell’arte, quando c’è benessere diffuso raramente si assiste a grandi fermenti artistici. Mi auguro che si seguano meno le mode e si “investa” nel contemporaneo, mi auguro che possa tornare rispetto e dignità per tutti i lavori, mi auguro che ai furbetti venga servito il loro conto da pagare.

Nella tua carriera hai partecipato ad innumerevoli fiere sia in Italia che all’estero. Hai e avete intenzione di portare innovazione rispetto a quello che si è già visto?

Direi che presentare opere di pittura figurativa di primo mercato sia già una bella novità… Consideriamo che le installazioni, la sperimentazione, il concettualismo fanno notizia. Ma la vera notizia è che il 69% delle transazioni è sotto i 5.000 dollari (e sale al 94% se alziamo la soglia ai 50.000 dollari). La pittura occupa il 67% del mercato, e i top lot milionari prediligono sempre questa tecnica: nel 2016 ci sono state 173 aggiudicazioni milionarie di opere di pittura contro 38 aggiudicazioni milionarie di tutte le altre tecniche…

Federico, ti lascio con un’ultima domanda. La tua personale definizione di Arte…

L’arte è qualcosa di irrazionale che ti colpisce. Ci sono quadri ben fatti che non dicono niente, altri imperfetti che comunicano più di mille parole. Non sono religioso, ma mi ha colpito una frase di San Francesco: “Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.”

Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto
(Oscar Wilde)