Crossover: Ali Hassoun Intervista

Hassoun, Da Tano da Michelangelo 2, olio su tela, cm 54×70 BR

Qualche settimana fa, mi è stato suggerito di andare a vedere una mostra. Mi dirigo nel luogo dove pensavo fosse, ma per un errore del caso, che poi errore non è, m’imbatto nello Studio Guastalla arte moderna e contemporanea qui a Milano. E’ stato un po’ come avviene su una tela, quando dall’errore, a volte, nasce la poetica.
Vedo, per la prima volta, le opere di Ali Hassoun. Mi colpiscono subito; per la vivacità e la lavorazione del colore, per il calore che emanano e per il rispetto della reciproca coesistenza di mondi e linguaggi diversi, che possono costantemente dialogare tra di loro, sovrapponendosi, ma senza mai perdere la propria ed univoca identità. Sì, l’identità, quella che deve avere a mio modesto parere, un’opera d’arte. Sono opere che non dimenticano le origini e ne fanno motivo di trasmissione di conoscenza; emotiva umana ed artistica. Nelle sue opere è rappresentata l’importanza della coesistenza di un comune sentire e vivere, che l’artista manifesta attraverso la propria esperienza e sensibilità, rendendo il linguaggio universale tra arte e individuo. Il tempo smette di avere una definizione temporale, ma prevale esclusivamente il vissuto e la costante ricerca di un equilibrio al di sopra delle parti.Soltanto qualche giorno dopo dal mio passaggio in galleria, ho avuto il piacere di fare la conoscenza dell’artista.

Ve lo presento: Ali Hassoun:

“La mia passione per l’arte è nata dall’infanzia, pur non avendo nessuno in famiglia con questo tipo d’inclinazione. Ho vinto una borsa di studio e mi sono trasferito in Italia per iscrivermi all’Accademia di belle arti di Firenze. In Accademia, a quei tempi non curavano molto l’arte figurativa, ciò nonostante ho cercato di mantenere il mio linguaggio e la mia identità. Lascio la Toscana dopo aver dipinto me stesso per anni. Un racconto autobiografico che ho portato con me a Milano, in città. Ho reso il mio linguaggio contemporaneo in grado di “vivere” in una city, questo processo è avvenuto naturalmente. Dopo due anni sono andato a trovare mia sorella in Africa e da lì è nato ancora un altro linguaggio. Sono le coincidenze che portano l’artista a riflettere su ciò che vive. Anche solo per i colori e i suoni dell’Africa”.

Ho visto nei tuoi quadri l’utilizzo di icone pop, sapientemente fuso con altri soggetti, perché?

“Perché penso che anche loro abbiano incontrato nella loro vita delle icone simili in una loro situazione vissuta, che diventa una rivelazione di un momento vissuto, che io invento con la mia fantasia. Ho voluto lavorare con questi artisti rivoluzionari, con un archetipo narrante che un po’ viene dalla mia cultura d’origine”.

Il titolo della tua mostra è “Crossover”; perchè?

“Rappresenta la mia visione del mondo. E’ il veder le cose senza conflittualità e contrapposizione. Ed anche se nei miei quadri ci sono contrapposizioni, per me rappresentano l’unità.
Anche unità con il proprio modo di essere. Sì, mi sono sintonizzato con Ali…”.

Ti senti più legato alla tua cultura o alla nostra?

“Europeo sì, ma per scelta. Io sono libanese, popolo di viaggiatori aperti allo scambio culturale tra diversi Paesi. Non ho bisogno di definirmi, ho naturalmente aderito ai valori europei. Questo non significa che in Libano non ci siano, ma sono meno evidenti. Non c’è una piena libertà di espressione, ci sono forti contraddizioni. Secondo me, la curiosità è un atto di amore e qui nel vostro Paese ho potuto realizzare il mio sogno, ma sono e sarò sempre felice di tornare nella mia Terra”.

I tuoi progetti futuri?

“Ho iniziato a lavorare su alcuni progetti negli Stati Uniti, ma non ne parlo ancora per scaramanzia”.

Hassoun, Omaggio a Capogrossi, olio su tela, cm 72×88, 2015 BR

Voglio dedicare all’artista, per manifestargli il piacere di aver fatto la sua conoscenza ed essermi intellettualmente ed artisticamente confrontata con lui, una poesia. Che possa rappresentare un augurio per il suo futuro.

Una poesia di Frida Kahlo che è il soggetto di una delle sue opere ed è stato anche oggetto della nostra discussione.
 
“Ti meriti un amore”

Ti meriti un amore che ti voglia
spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno
alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti
lasciano dormire.Ti meriti un amore che ti faccia
sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo
quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono
perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare
con te,
che trovi il paradiso ogni volta che
guarda nei tuoi occhi,
che non si annoi mai di leggere le
tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti
quando canti,
che ti appoggi quando fai la ridicola,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le
bugie
che ti porti il sogno,
il caffè e la poesia.”

Consiglio a tutti voi “Crossover” la mostra personale di Ali Hassoun da Studio Guastalla arte Moderna e Contemporanea a Milano. Nel frattempo, la galleria immagini è a vostra disposizione.

Ringrazio Fabienne Palladimessi per la traduzione in francese dell’articolo