Conosco da tempo Diego Locatelli, ideatore e fondatore di Spazio81, un luogo che definire semplicemente un “laboratorio fotografico” suonerebbe estremamente riduttivo e addirittura fuorviante. Sì, perché in via
Forcella 7/13, nel cuore del cosiddetto Tortona District, il quartiere più creativo di Milano, Diego Locatelli è riuscito a creare quella che mi piace definire “la casa delle immagini”, una vera e propria istituzione per
fotografi professionisti, artisti, e tutti gli innamorati della buona fotografia. Ma non solo: Spazio81 è anche editoria digitale e decorazioni d`interni.
I tecnici formati da Locatelli mettono a disposizione delle più grandi griffes della moda il loro know-how, preparando allestimenti speciali per vetrine e sfilate, e molto altro ancora. Per quanto riguarda la decorazione d’interni, l’amore per il bello ha spinto Diego Locatelli a dare vita al progetto Wallpepper®, la carta da parati diversa da tutte le altre.
Come dicevo, conosco da qualche anno quest’uomo dall’aspetto austero ma i modi accattivanti, da signore d’altri tempi, tuttavia non avevo mai avuto modo di approfondire la sua conoscenza…fino ad ora. Oggi, sono venuta qui, nell’accogliente open-space di via Forcella, per ripercorrere la sua storia di grande professionista dell’immagine. Dal modo in cui Diego si esprime, dalla passione che dimostra con il suo eloquio trascinante, traspare tutto l’amore che nutre per il suo lavoro…
Eppure, candidamente mi confessa di essere approdato alla fotografia per caso!
«Credevo che nel mio destino ci sarebbe stata una laurea in architettura e una vita da trascorrere al tavolo da disegno», spiega infatti. «Ma quando mi ritrovai una macchina fotografica in mano, il mio orizzonte si capovolse all’improvviso. Come succede sempre con le passioni più vere, il colpo di fulmine diventò amore, un amore che non è mai venuto meno, anzi, che è cresciuto di giorno in giorno, subendo inevitabili trasformazioni attraverso le esperienze che ho maturato nel corso degli anni».
Abbandonato il corso di laurea in architettura a pochi esami dal traguardo («Senza aver mai avuto per questo un solo rimpianto!», ci tiene a precisare), Locatelli diventò a poco a poco un punto di riferimento nel mondo della fotografia non come fotografo ma come stampatore. Aveva infatti capito che per creare grandi immagini bisognava essere in due: chi guarda nell’obiettivo e preme l’otturatore e chi trasferisce l’immagine sulla carta, dandole vita e contribuendo in maniera significativa al successo del lavoro del fotografo. Dopo aver imparato tutto quello che era possibile imparare sulle tecniche di stampa allora in uso, nel 1981 Locatelli sentì di essere pronto ad aprire il suo primo laboratorio, che nella sua visione doveva essere un luogo diverso da tutti quelli già esistenti, per poter offrire ai professionisti dell’immagine un porto sicuro, il laboratorio capace di rispondere a tutte le loro aspettative ed esigenze, persino a quelle che ancora non sapevano di avere.
«Non mi sono mai definito un creativo», dice di sé Locatelli, «ma ho sviluppato una dote: la capacità di capire, basandomi su informazioni grezze, ciò che chi ha realizzato lo scatto aveva in mente di ottenere.
Riesco in questo modo a stabilire con l’artista una connessione molto forte, e questo è fondamentale per non rischiare di snaturare il suo intento artistico. Ed è questo “valore” che ho trasmesso ai miei collaboratori, che a Spazio81 lavorano fianco a fianco con i più grandi fotografi del mondo (che sono anche, come è giusto che sia, i clienti più difficili ed esigenti): il nostro apporto tecnico è finalizzato a preservare il messaggio artistico, ad esaltarlo. Ecco perché sono così numerosi i grandi nomi della fotografia che da anni si affidano alla struttura che ho creato. Non si può fare niente di peggio ad un’opera che snaturarla!».
Come abbiamo detto Diego Locatelli ha aperto il suo primo laboratorio nel 1981, ma è nel 2008 che inaugura Spazio81 e fin dalla scelta del nome (il numero 81 è due volte importante nell’economia della sua vita, perché nell’81 ha aperto il suo primo laboratorio fotografico e sempre nell’81 è diventato padre per la prima volta) Diego sottolinea che si tratta di una creatura tutta sua, una scommessa coraggiosa fatta nei confronti del futuro che incalza e spinge a lasciare le vecchie certezze per incamminarsi in territori ancora poco conosciuti.
«Nel 2008 ho avuto la certezza che tutto quello che poteva essere fatto in analogico poteva essere fatto anche in digitale», spiega Locatelli, parlando della grande rivoluzione avvenuta nel mondo della fotografia negli ultimi anni, la più grande rivoluzione dopo l’invenzione stessa della fotografia.
«Il passaggio dall’analogico al digitale è stato lento e progressivo», ricorda. «Ogni cambiamento tecnologico introdotto (e la fotografia nella sua storia più che secolare ne ha conosciuti tantissimi, dall’introduzione del
negativo all’invenzione del colore, solo per citarne un paio) ha dovuto superare perplessità, dubbi, incertezze, quando non addirittura delle vere e proprie avversioni. E lo stesso è accaduto con l’avvento delle tecniche digitali che soltanto negli ultimi anni si sono conquistate la fiducia di fotografi, galleristi e collezionisti. Individuo proprio nel 2008 l’anno della svolta: in quel momento, con la neonata fucina di Spazio81 completamente operante solo ed esclusivamente a livello digitale, avvenne la cesura finale tra passato e futuro… In quel momento mi piace dire che la fotografia è morta ed è nata l’immagine».
Le tecniche digitali, come Diego Locatelli aveva intuito, rappresentavano sì il futuro, ma un futuro che richiedeva anzi, esigeva, un poderoso know-how, macchinari complessi e sempre più sofisticati…e operatori in grado di utilizzarli al meglio.
«Spazio81 realizza le vere stampe Fine-Art Giclée con certificato di qualità museale, qualità garantita dai rigidi standard associativi della Fine Art Trade Guild. In virtù della nostra iscrizione a questa importante associazione londinese, siamo in grado di rilasciare al cliente un certificato che attesta l’unicità e la qualità dell’opera: tutela fondamentale, questa, sia per gli artisti che per i collezionisti in un mercato quanto mai
confuso come quello attuale».
Con Spazio81 che, come una grande nave governata da una ciurma ben addestrata, naviga sicura, Diego Locatelli in questo ultimo periodo si sta dedicando anima e corpo al già citato progetto Wallpepper®, di cui
è padre orgoglioso. Orgoglio giustificato dal fatto che la carta da parati creata dal brand di Spazio81 sta in pochissimo tempo conquistando gli amanti più raffinati dell’interior design di qualità.
Ma com’è nata l’idea di creare carta da parati? Gli domando curiosa.
«Volevo rivoluzionare un concetto antiquato», risponde Locatelli. «La vecchia carta da parati copriva le pareti, nascondendole, con Wallpepper® invece rendiamo la parete protagonista dell’arredamento e il bello è che, per cambiare connotati alla propria casa, è sufficiente “vestire” una sola parete, con un investimento economico davvero contenuto. Inoltre, con Wallpepper ancora una volta ho scommesso sul futuro, puntando su materiali ecologici e completamente PVCfree, cioè privi di materiali plastici, che inquinano la nostra casa. Con più di duecento disegni di tendenza tra cui scegliere e una linea Fine-Art, frutto del genio di 22 artisti che hanno creato apposta per Wallpepper® delle vere e proprie opere d’arte a
tutta parete, è impossibile non trovare la carta da parati giusta per ciascuno…».
L’entusiasmo di Diego Locatelli è incontenibile e contagioso, e benché i suoi capelli comincino ad avere riflessi d’argento, la sua vitalità è quella di un ragazzino…ma quale sarà il suo segreto?
«La curiosità», risponde pronto. «È la curiosità che mi spinge a inventarmi soluzioni sempre nuove, a pormi delle sfide. Come disse Plutarco, “La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere” e la
curiosità è la miccia più efficace…».